Se qualcuno mi chiedesse “perché hai aperto questo blog?” così a bruciapelo, la risposta sarebbe probabilmente… beh, non “per parlare di Land of the Lustrous”, ma solo perché m’impanico facilmente di fronte a domande di questo genere e la mia prima risposta alle suddette è sempre molto generica e noiosa. Ma insomma, se fossi una persona dalla risposta pronta e mi piacesse dare risposte secche e decise probabilmente risponderei così, anche se è in realtà solo uno dei tanti motivi che mi hanno spinto ad iniziare a scrivere sul blog. In effetti, l’unico motivo per cui ho aspettato così tanto a scrivere questo consiglio è il fatto che il manga sia finito decisamente dopo l’inaugurazione di questo spazio – certo, il fatto di essere un’abile procrastinatrice ha poi dilatato a dismisura queste tempistiche di pubblicazione già piuttosto rilassate.

Comunque, dicevamo: Land of the Lustrous, o Houseki no Kuni. Manga iniziato nel 2012 da Haruko Ichikawa, che fino a quel momento aveva all’attivo una serie di storie brevi un po’ insolite (Mushi to Uta, 25-ji no Vacances e altre) e niente di più, e concluso nel 2024 dopo una lunga pausa – quasi interamente dovuta al fatto che Ichikawa ad un certo punto ha messo le mani su una PS5, o almeno così mi piace pensare basandomi sul suo ultimo messaggio prima dell’ibernazione. Anche questo suo primo progetto seriale è iniziato distinguendosi per una certa originalità di ambientazione: la serie è infatti ambientata millenni dopo la scomparsa degli umani sulla terra, i cui eredi – stando alla leggenda più popolare tra i nostri protagonisti – si sono equamente divisi le tre componenti dell’essere umano: carne, ossa e anima. Tutti i nostri protagonisti sono gli eredi delle ossa: gemme senzienti, colorate e vestite in modo da somigliare ai loro antenati di carne e sangue, che a causa della loro conformazione rischiano di andare in pezzi se urtate, colpite o afferrate; alcune decisamente più di altre, però. Infatt il protagonista assoluto di questo manga è Phos (nome completo Phosphophylite, cioè fosfofilite), che può vantare una durezza sulla scala Mohs di 3.5: un respiro troppo vicino può scheggiarlo, una pacca sulla spalla da parte di Bortz (diamante, 10) gli spezzerebbe la schiena in diecimila frammenti.

Land of the Lustrous cover

La cover del primo volume. Il tratto di Ichikawa è ancora un po' acerbo, ma già decisamente interessante.

Non sarebbe poi così drammatico se Phos abitasse una terra priva di pericoli, ma le gemme sono in realtà sempre sotto attacco: i seleniti (nessun premio se indovinate dove risiedono), le creature che hanno ereditato l’anima umana, sono irresistibilmente attratti dalla lucentezza delle gemme e desiderano più di ogni altra cosa tritarle in finissima polvere per riformarle come gioielli, privi di pensiero e complessità. Aspettano quindi i momenti propizi della giornata per attaccare le gemme sole, o mentre sono di pattuglia, cercando di spezzettarle e riportare i frammenti sulla luna. Phos è del tutto impotente di fronte alla loro violenza, poiché basterebbe un loro tocco per distruggerlo; è quindi confinato nelle stanze del maestro Kongo, la benevola guida delle gemme dall’origine misteriosa, aspettando di trovare un compito adatto a lui. E quando il maestro gli suggerisce di compilare un’enciclopedia di tutto ciò che si trova sulla Terra, Phos accetta di buon grado, senza sapere che la sua curiosità innescherà una serie di dolorose complicazioni che stravolgeranno la vita di tutti gli esseri sulla Terra… e oltre.

Sarò onesta: il primo volume è meno emozionante della mia introduzione. È disegnato in modo interessante ma ancora acerbo e poco coerente rispetto ai volumi successivi, è molto più scanzonato e meno drammatico del resto della serie e dà l’impressione di essere un manga un po’ slice-of-life con una punta di dramma, anziché il tripudio di follia mistica che attende il lettore che deciderà di continuare la serie. Non è affatto un brutto inizio, ma è decisamente atipico per una serie che prenderà una piega esistenzialmente drammatica piuttosto in fretta. Perché se ancora vi fosse rimasto qualche dubbio, Houseki no Kuni è una serie a cui interessa parlare di immortalità, di coscienza, di incomunicabilità e in generale di quello che può succedere a delle entità che vivono una vita così aliena rispetto a quella delle creature di cui siamo abituati 1) a fare esperienza quotidiana e 2) a leggere.

Ciò che permette a questo manga di offrire un punto di vista così unico, coerente e affascinante sulla vita, la morte e tutto ciò che sta nel mezzo di queste gemme immortali, è il fatto che Ichikawa è stata in grado di creare un mondo dalla mitologia peculiare e ricca di fascino, che al contempo supporta magnificamente ciò di cui il manga è interessato a parlare. Le gemme sono sì immortali ed eterne – salvo la loro completa distruzione – ma sono anche spigolose, fragili e del tutto incapaci di piegarsi dolcemente di fronte agli ostacoli, fisici o meno; ciascuna delle crepe che si formerà nella pacifica comune delle gemme sarà causata dall’incapacità delle complesse personalità delle sue occupanti di arrivare a dei compromessi. Dal senso di inferiorità di Dia fino alla ossessione disperata di Rutile, l’impossibilità di comunicare con ciascuna delle altre, nonché la granitica convinzione dell’impossibilità di qualsiasi cambiamento, portano tutte le gemme a fossilizzarsi nei propri comportamenti malsani e corrosivi – fino alla drastica rottura finale.

Head

Un'operazione chirurgica disperata. C'è body horror in questo manga, per una certa definizione di "body" e di "horror" (quella giusta).

Come se non bastasse, nel corso della storia assisteremo alla lenta trasformazione di Phos, dovuta alla progressiva perdita dei suoi fragili pezzi, in una gemma completamente aliena rispetto a quella che vediamo all’inizio (fate una prova: cercate le copertine del manga, tenendo presente che Phos è sempre presente… Lo riconoscete?). Fino a quando Phos rimane Phos, e, domanda dalla risposta meno noiosa e scontata, quali dei cambiamenti di Phos sono fruttuosi per la sua ricerca e la sua vita e quali invece lo spingono verso sentieri che sarebbe stato meglio non battere? Phos diventa più veloce, più forte e più intelligente, e questa sua pletora di virtù acquisite lo rende finalmente interessante agli occhi dei compagni… Ma questo ritrovato interesse, che porta Phos ad avvicinarsi per la prima volta ad un gruppo da pari, anziché da fratellino relegato al tavolo dei bimbi, ha un prezzo che il nostro protagonista non pensava di dover pagare. Ogni pezzo che Phos perde apre nuovi orizzonti e infligge dolose perdite – punteggiate da una narrazione che non fa sconti di fronte ad una cosmogonia spietata.

Cosmogonia che pesca a piene mani dal buddismo giapponese in primis, dall’estetica dei seleniti fino ad alcune leggi inamovibili dell’universo di cui non parlerò nel dettaglio, aggiungendo però a questa sontuosa impalcatura un mucchio di altre cose diverse: dalla fantabiologia più improbabile fino ad elementi della cultura pop, che rispuntano grazie all’immortale animo umano che spira in tutte le creature di questo universo (tipo nella forma del cappellino portato all’indietro), il worldbuilding che costruisce Ichikawa è tanto interessante da scoprire quanto coerente in ogni sua parte. (Quasi) ogni pezzo è pensato per premere contro quelle crepe fondamentali che la narrazione è interessata ad allargare, scoprire e mettere a nudo, (quasi) ogni elemento è costruito per aggiungere un tassello necessario al mosaico delle vicende di Houseki no Kuni… E con il procedere della storia i tasselli si dotano di colori e forme sempre più bizzarre, fino a diventare impobabili caleidoscopi, a volte un po’ difficili da digerire per il lettore che si trova lanciato in situazioni radicalmente differenti rispetto a quelle del volume precedente… Per ciascuno dei tredici volumi.

Sì, perché una delle grandi difficoltà in cui sto incappando mentre tento di parlarvi di questo manga è quello di non potervi spiegare granché di quello che effettivamente succede in questo manga. Una delle caratteristiche che distingue Land of the Lustrous da gran parte delle storie (fantasy ma non solo) in circolazione è la sua struttura narrativa fortemente non convenzionale: la storia di Phos e della sua enciclopedia vi condurrà di fronte a dilemmi morali inconcepibili solo un paio di volumi prima, a leggere di personaggi che svaniscono e poi tornano mutati nel corpo e nello spirito, cambiano convinzioni e alleanze e si susseguono in un vortice confuso che ricorda certe narrazioni mitiche dal cast variegato e multiforme, sempre pronto a mutare bandiera e schieramento in base a come soffia il vento. Per quanto Phos conservi una forte agentività che impedisce alla storia di diventare un insieme di strambe situazioni in cui il protagonista viene sballottato senza comprensione né interesse per i dettagli di ciascuna, soprattutto a partire dalla seconda metà la storia prende una serie di pieghe davvero inaspettate, per quanto logicamente ineccepibili. Se il mondo creato da Ishikawa è abbastanza robusto e meraviglioso da supportare bene questa narrazione così ambiziosa e grandiloquente, è anche vero che il problema principale di cui soffre Houseki no Kuni sta proprio nella necessità di informare il lettore di una quantità di cose incredibile in ogni momento. La storia ricorre così a lunghi e statici spiegoni che in diversi punti del manga risultano fuori posto – specie considerando quanto altri dialoghi brillino per tensione drammatica – e che lasciano al lettore il rimpianto di non aver visto ciò di cui il personaggio xyz sta spiegando a Phos davanti ad un tè, magari anche superbamente illustrato come diverse delle cose più strane di cui Phos fa esperienza. Non è un problema che pregiudica troppo la lettura, ma certi capitoli avrebbero avuto bisogno di un radicale ripensamento per mantere il giusto livello di immersione in questo mondo fantastico.

Lunarians

Le schiere dei seleniti fanno sempre apparizioni grandiose.

Quando però Ishikawa pigia sul pedale del dramma, dell’azione o del conflitto, i risultati sono davvero superbi. Questo consiglio è assai riservato sui nodi che Phos si troverà a dover sciogliere, poiché sono convinta che in questo caso il senso di meraviglia che potreste provare di fronte all’ignoto supera qualunque interesse io possa suscitare con i miei riassunti, ma Land of the Lustrous è un manga disperato. Ciascuno dei personaggi di cui seguiremo le vicende sarà scheggiato, mutilato e infine finemente macinato dai propri problemi, dalle proprie paure e dai propri limiti, costretto nella posizione più scomoda in cui potrebbe trovarsi in tutto l’universo (e no, non è un’iperbole). Naturalmente la corona d’alloro della violenza narrativa spetta al nostro giovane protagonista Phos, che perderà ciò che non si rendeva nemmeno conto di avere e che sarà ripetutamente costretto a fare scelte impossibili, sempre tra l’incudine e il martello, alla mercé di un mondo a cui non importa nulla di lui, ma che muove la sua ruota incessante schiacciando tutto e tutti nella macina degli eventi… Fino a tornare al punto di partenza. Il finale di Houseki no Kuni è in egual misura bellissimo e straziante, capace di una delicatezza nel mostrarci che cosa è rimasto di questa pletora di creature aliene e di tutto l’universo in cui le abbiamo viste muoversi. Non mi sento di dire nulla di più per non scadere in lodi melense, ma è uno dei finali più interessanti di cui abbia fatto esperienza di sicuro negli ultimi anni, e probabilmente anche nella mia intera vita.

Non ho altre considerazioni da fare: leggete Houseki no Kuni! L’edizione italiana della J-Pop è piuttosto bella e persino luccicante, ma se sette euro e cinquanta iniziano a sembrarvi proibitivi per un singolo volume di una serie da tredici – “ai miei tempi compravi un volume di xxxHolic a tre euro” “ok nonna adesso vai a letto” – ci sono altri modi in cui leggere questo bellissimo fumetto. Chiunque sia rimasto affascinato dal rapido schizzo tracciato del mondo in cui si ambienta la storia, o chiunque voglia scoprire in che modo l’enciclopedia di Phos sconvolgerà l’intero universo, troverà quasi sicuramente quello che cerca nelle pagine di questo manga.